Beppe Sala – Major of Milan 2016

Beppe Sala – Major of Milan 2016

IL PUNTO DI PARTENZA

Beppe Sala vince le primarie del centrosinistra del 7 febbraio, superando Francesca Balzani, Pierfrancesco Majorino (cliente Quorum per la partita) e Antonio Iannetta. Una vittoria netta, ma non straripante: rimangono molte tensioni sul campo, soprattutto in relazione alle critiche rivolte a Sala di non aver fatto sufficiente chiarezza sui conti di Expo, del quale era AD e Commissario, e a un assunto diffuso che lo vedeva come un candidato eccessivamente spostato verso il centrodestra. La necessità era insomma quella di rinsaldare le file degli elettori d’area, di superare le ombre lanciate dalle polemiche della campagna delle Primarie, di trasformare la sua immagine come grande uomo del fare in un posizionamento che prescindesse anche da Expo.

Beppe decide quindi di affidarsi a Quorum per il primo turno e per il ballottaggio, uno scenario certo e al quale era necessario prepararsi con largo anticipo.

LE SOLUZIONI

La campagna di primo turno corre su due binari principali: la massimizzazione della notorietà del candidato e il suo bilanciamento presso un segmento di pubblico essenziale in termini numerici, collocato tra centrosinistra e sinistra, che, rilevazioni alla mano, mostrava le maggiori resistenze.

Al tempo stesso, c’era la necessità di non garantire al candidato avversario, Stefano Parisi, troppe opportunità di compensare il suo gap di notorietà e di sottolineare l’ambiguità dei valori della coalizione che lo candidava. In sostanza, pochi, pochissimi confronti e con regole chiare ben negoziate con le redazioni.
Anzitutto, però, serviva un posizionamento chiaro, che marcasse le distanze con un competitor apprezzato e stimato. Nasce così “Ogni giorno, ogni ora”, il claim di campagna, per ricordare ai milanesi l’approccio, pragmatico e concreto, di un grande manager.

Il primo turno si conclude con un risicato vantaggio (0,7%): previsto, ma non per questo soddisfacente per la base del centrosinistra, che andava immediatamente motivata. Il ballottaggio si apre con una prima rilevazione d’opinione Quorum mirata a pesare quantitativamente il valore dei driver di consenso e dissenso di entrambi i candidati. Numeri alla mano, per una coalizione uscente gravata dalle tensioni legate al premier Renzi, il tema non era più guardare ai moderati, ma chiamare alle urne gli elettori di centrosinistra e sinistra attraverso una fortissima campagna di Get Out The Vote. E quindi tantissimo lavoro in due settimane: dalla phone bank che ha contattato e rimobilitato ben 30.000 elettori delle primarie, alla targetizzazione di postalizzazioni e incasellamenti ricostruita grazie a uno studio della dispersione del voto tra 2011 e primo turno 2016, sviluppato assieme ad Antonio Bisignano.

RISULTATO

A Milano Beppe Sala vince staccando il suo avversario di 17.000 voti, mentre gli altri grandi capoluoghi, da Roma a Torino a Napoli, rimangono appannaggio del Movimento 5 Stelle o di leadership di stampo populista come Luigi De Magistris. In particolare, il GOTV e le operazioni mirate hanno consentito il recupero di quasi 8.000 voti, tra primo e secondo turno, in specifiche aree target.

IL RUOLO DI QUORUM
Quorum ha siglato con il comitato un contratto per la strategia, la creatività e il campaign management e dedicato oltre 4 mesi alla campagna con la presenza full time di Stefano Origlia in comitato. Nel team della comunicazione erano presenti anche gli amici di SEC, per le media relations, MR per i social, il portavoce Stefano Gallizzi e gli advisor Roberto Arditti e Marco Pogliani.