Mancano poco più di 50 giorni al primo turno delle elezioni presidenziali francesi, uno degli appuntamenti elettorali più importanti del 2017. La campagna elettorale sta entrando nel vivo, e dai sondaggi iniziano a delinearsi alcuni scenari: Marine Le Pen sembra essere certa di sbarcare al secondo turno; il suo sfidante più probabile sembra essere Emmanuel Macron, soprattutto dopo aver ricevuto l’appoggio del centrista François Bayrou, e dopo che la campagna di François Fillon è stata travolta dal PenelopeGate.
Dietro ogni candidato, ovviamente, c’è uno staff di professionisti, esperti di politica e di comunicazione politica che contribuiscono alla definizione della strategia e alla gestione quotidiana della campagna. Ma chi sono gli uomini del (prossimo) presidente? Chi sono i consulenti che stanno scrivendo una delle campagne elettorali più imprevedibili degli ultimi anni?
Marine Le Pen
La campagna elettorale di Marine Le Pen appare subito come una delle più affascinanti (a partire dal primo spot). A capo della campagna c’è David Rachline, 29 anni, senatore e sindaco di Frejus. Rachline incarna in prima persona la strategia di rinnovamento del Front National, che nell’ultimo anno ha cercato di ridisegnare la propria immagine mandando fuori dal partito i membri più vicini alla destra radicale e portando nei ruoli più rilevanti giovani militanti. La stessa Le Pen lo ha descritto come colui che incarna “la giovinezza, il dinamismo e il successo del Front National”. Altra figura chiave della campagna elettorale lepenista è Florian Philippot, il consulente strategico più vicino a Marine Le Pen. Philippot, che ora ha 36 anni, diresse la campagna del Front National nel 2012; è descritto come una delle persone più influenti all’interno del partito (di cui è tra i vicepresidenti), ed è il vero ideatore del rinnovamento del FN. È l’autore del claim “Marine2017”, che cancella qualsiasi riferimento al partito e al cognome ingombrante della candidata. Il Guardian gli ha dedicato un lungo ritratto, descrivendolo come «L’uomo che può rendere Marine Le Pen presidente della Francia».
Dal punto di vista dell’immagine della candidata, invece, è centrale il lavoro di “Idées et images”, un gruppo di lavoro che – per usare le parole di Le Pen – «può lavorare sui manifesti, i volantini, gli incontri, i viaggi, su tutto!». Le persone chiave di questo team sono Sébastien Chenu, Philippe Olivier e Philippe Vardon. Chenu è una delle personalità meno ortodosse del FN: ex repubblicano, oltre ad essere un attivista per i diritti gay, è stato capo di gabinetto della direttrice del FMI Christine Lagarde; dal 2014 lavora con il Front National e si è occupato, ad esempio, del viaggio di Marine in Canada. Anche Philippe Olivier viene dai Republicains, ed è il membro più anziano del gruppo (55 anni). È il cognato di Marine, ed è consulente del partito dal 2015; è uno degli speechwriter. Vardon, invece, rappresenta l’ala più radicale del partito: è stato leader del “Blocco identitario”, formazione più a destra del FN, ed è noto per alcune campagne molto aggressive, in particolare sul tema dell’immigrazione. È una delle figure chiave per la campagna digital di Marine Le Pen, che sta risultando particolarmente efficace.
François Fillon
Fino a qualche giorno fa il direttore della campagna di François Fillon era Patrick Stefanini, 63 anni, ex consigliere di Alain Juppé e figura chiave per la vittoria di Jacques Chirac alle presidenziali del 1995. Stefanini era stato decisivo per la vittoria di Fillon alle primarie e, tra le altre cose, costituiva anche un trait d’union tra il candidato presidente dei Republicains e Juppé; in una lettera ha annunciato le sue dimissioni per ragioni «personali, morali e politiche» (e non è stato l’unico a lasciare Fillon). Il suo ruolo è stato preso da Vincent Chiriqui, fedelissimo di Fillon e storico amico di Sarkozy, già consulente parlamentare di Fillon durante il suo periodo da Primo Ministro. Per la comunicazione, il candidato repubblicano si è affidato all’agenzia Image Sept, e in particolare a due donne: Anne Méaux e Myriam Lévy. Meaux – che ha fondato e dirige Image Sept, dove lavorano soprattutto donne – ha una lunga storia da consulente di comunicazione politica: ha iniziato con il Presidente Valéry Giscard d’Estaing nel 1974 e negli ultimi anni ha lavorato con diversi partiti, uomini politici e imprese private francesi, e non solo. Per la sua carriera e la sua influenza è stata descritta come «Una gran sacerdotessa della comunicazione» o addirittura «la patronne des patrons», la capa dei capi. È sicuramente la consulente più importante, per quanto riguarda la comunicazione. Myriam Levy, invece, ex giornalista di «Le Parisien» e di «Le Figaro» si occupa principalmente dei rapporti con la stampa.
La campagna digitale è affidata a Gautier Guignard, 34 anni, che aveva già lavorato con Fillon dal 2007 al 2012. Guignard ha affermato di ispirarsi alla campagna di Hillary Clinton, in particolare per quanto riguarda lo studio sui target.
Emmanuel Macron
Lo staff del leader di En Marche non ha un vero e proprio campaign manager ma, come racconta Bejamin Griveaux a POLITICO.eu, ha un ristretto gruppo di consulenti (quasi tutti molto giovani) che ogni mattina discutono la strategia e i temi del giorno. Grievaux, 39 anni, è tra i portavoce di En Marche e fu nello staff di Dominique Strauss-Kahn prima della sua nomina a direttore dell’FMI. Altra portavoce della campagna è la giornalista Laurence Haïm, ex corrispondente di “iTélé” e di “Canal +” dagli Stati Uniti, e unica giornalista francese ad avere un intervista esclusiva con Barack Obama. Haïm è un’attenta conoscitrice della comunicazione politica americana: ha seguito da vicino le due campagne di Obama ed è stata per molti anni accreditata alla Casa Bianca, assistendo giornalmente ai brief dell’addetto stampa del Presidente.
Un’altra figura importante della campagna è Ismaël Emelien, consluente per la «comunicazione e gli affari strategici». Emelien è stato uno dei primi ad affiancare Macron nella costruzione di En Marche; ventinovenne, a 19 anni ha lavorato come speechwriter alla campagna per le primarie di Strauss-Kahn e nel 2013 ha partecipato alla campagna di Nicolas Maduro, in Venezuela. Laurent Bigorgne, direttrice dell’Institut Montaigne – think thank indipendente di vocazione liberale – l’ha definito «il miglior stratega politico di Parigi». Emelien è anche colui che coordina il lavoro con Liegey-Muller-Pons start-up che si occupa di campagne porta a porta e di ricerca, che collabora alla campagna di Macron e che ha lavorato con Hollande nel 2012. Guillaume Liegey, cofondatore di LMP, è stato ospite di Election Days 2016.
Benoît Hamon
Il team del candidato socialista ha due directeurs de campagne: Jean-Marc Germain e Mathieu Hanotin. Germain, 50 anni, è deputato dal 2012, è il marito della sindaca di Parigi Anne Hidalgo ed è stato capo di gabinetto di Martine Aubry come sindaca di Lille e come segretaria del Parti Socialiste. Anche Hanotin – 39 anni – è membro dell’ Assembleée nationale dal 2012; è descritto come un vero stratega e uno specialista delle vittorie a sorpresa. È stato capo di gabinetto di Stéphane Troussel nella vittoria all’ultimo momento delle elezioni dipartimentali di Senna-Saint-Denis ed ha avuto un ruolo determinante nella vittoria di Hamon alle primarie del PS. Altro nome chiave è quello di Ali Rabeh, capo di gabinetto della campagna. Ha una storia di militanza nel partito ed è uno degli uomini più vicini ad Hamon, di cui ha diretto la campagna per il Parlamento nel 2012 e di cui è stato consigliere speciale al ministero dell’Istruzione. Roberto Romero, già membro del gabinetto di Jean-Luc Mélenchon all’Istruzione, è il direttore operativo della campagna. Régis Juanico – 44 anni, deputato e storico uomo de PS – è stato portavoce durante le primarie, ed è ora consulente speciale di Hamon, e si occupa dei finanziamenti della campagna. Tra i diversi portavoce della campagna, spicca Christiane Taubira, che si è aggiunta allo staff del candidato socialista solo negli ultimi giorni. Taubira è stata candidata alle presidenziali nel 2002, con il Parti radical de gauche, e Ministro della Giustizia di François Holland – ruolo dal quale si è dimessa in disaccordo con le norme antiterrorismo volute dal governo.
Jean-Luc Mélenchon
Pur avendo minime possibilità di vittoria, la campagna del candidato del Parti de Gauche sì è più volte distinta per originalità e creatività – come nel caso del primo comizio svolto simultaneamente in due città diverse, con l’ausilio di un ologramma. La figura chiave della sua campagna è Sophia Chikirou, 33 anni, direttrice delle comunicazioni della campagna. Il suo ruolo è molto ampio: gestisce i rapporti con la stampa ed è la consulente principale di Mélenchon. Chikirou è stata membro del consiglio nazionale del Parti Socialiste fino al 2006; poi ha lasciato il partito. Ha seguito da vicino, come militante, la campagna di Bernie Sanders. Ora è direttrice dell’agenzia di comunicazione politica Mediascop. Mélenchon si era affidato ai servizi di Mediascop già nel 2012, quando il direttore della campagna era Arnauld Champremier-Trigano; nel team era già presente Chikirou. Champremier-Trigano ha incontrato a Parigi il gruppo vincitore di Election Days™ 2015, per raccontare strategie e iniziative dell’innovativa campagna del 2012. Tra le idee più originali, una web-serie sull’andamento della campagna, intitolata – ironia della sorte – “En marche!”.
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