Politica e TV, un binomio quasi inscindibile. Sono numerosissime infatti, nei decenni, le candidature per elezioni di vario tipo di VIP – o presunti tali – televisivi e non.
Le elezioni europee del 2004 sono un esempio perfetto di liste infarcite da personaggi poco o per nulla avvezzi alla politica: a cominciare da Fabrizia Carminati, presentatrice Fininvest negli anni ’80, candidata per Forza Italia; proprio come Alessandro Cecchi Paone, alla guida per anni della Macchina del tempo di Retequattro (non eletto, si ripresenterà anche dieci anni dopo, col medesimo risultato); e anche Iva Zanicchi (già presentatasi nel ’99, e poi nel 2009 e nel 2014), notissima cantante (tre Sanremo vinti) e conduttrice (14 anni alla guida del game show OK! Il prezzo è giusto, prima su Italia 1, poi su Canale 5, infine su Retequattro), subentrata a Mario Mantovani come prima dei non eletti al Parlamento Europeo nel 2008, poi rieletta l’anno dopo per l’intera legislatura. Le europee del 2004 videro altre due cantanti in lizza: Marcella Bella per Alleanza Nazionale, circoscrizione Sud e Isole, e Gigliola Cinquetti, per la lista prodiana Uniti nell’Ulivo, circoscrizione del Nord Est; nessuna delle due fu eletta. Per restare in ambito canoro, andò male anche per Ornella Vanoni, candidata a Milano alle Comunali 2011 in una lista in appoggio a Letizia Moratti: poco meno di quaranta voti. Destino decisamente più fortunato per Ombretta Colli, cantante, attrice e moglie del cantautore Giorgio Gaber, candidata alle Europee del 1994, poi divenuta, cinque anni dopo, presidente della Provincia di Milano per Forza Italia, e successivamente ancora parlamentare tra le file del Popolo della Libertà. Per quanto riguarda Orietta Berti, l’usignolo di Cavriago, la candidatura non è ancora arrivata, ma siamo fermi alla sua recente dichiarazione di voto per il Movimento 5 stelle.
Tornando al famigerato 2004, in quelle europee si ricordano, oltre al vignettista Vauro, all’attore Bebo Storti e all’astronauta Umberto Guidoni (presentatisi tutti e tre con i Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto), anche le candidature, pesanti, di Lilli Gruber e Michele Santoro, entrambi eletti per la lista ulivista e dimessisi entrambi prima del termine della legislatura. Gruber e Santoro non sono tuttavia gli unici giornalisti candidatisi negli anni, anzi; la categoria è sempre stata tra le più generose come vivaio di candidature: pensiamo a Piero Marrazzo, conduttore di Mi manda Raitre, eletto presidente della Regione Lazio nel 2005, erede di Piero Badaloni, eletto nello stesso ruolo dieci anni prima, e sempre per il centrosinistra. Badaloni che fu anche alla guida della prima storica edizione di Unomattina, nel 1986, al fianco di Elisabetta Gardini, anche lei buttatasi nell’agone politico ma dalla parte opposta (dopo una mancata elezione nel ’94 col Patto Segni, ecco anche la conduttrice padovana eletta alle europee del 2004, con Berlusconi). E poi l’ex direttore di Studio Aperto e Tg4 Giovanni Toti, Forza Italia, europee del 2014, poi divenuto presidente della Regione Liguria l’anno dopo (con Ilaria Cavo, ex volto di Videonews, come assessore della sua giunta); David Sassoli, PD, dal 2009 è stabilmente a Strasburgo come europarlamentare; Augusto Minzolini, già alla guida del Tg1, eletto senatore del PDL nel 2013. Come Toti, dal Tg4 viene anche Gabriella Giammanco, eletta deputata nel 2008 tra gli azzurri. Piero Vigorelli, direttore della Testata Giornalistica Regionale della Rai a metà anni ’90, poi in forza al Tg5 come vicedirettore, è stato per cinque anni sindaco di Ponza, dal 2012, eletto con una lista civica di centrodestra. Ancora, tra i giornalisti, Marino Bartoletti, esperto di sport e musica, candidato, non eletto, col centrodestra a sindaco di Forlì nel 2004; Corradino Mineo, ex direttore di RaiNews24, eletto senatore PD nel 2013, partito da cui presto fuoriuscì per avvicinarsi a Sinistra Italiana; Paolo Guzzanti, conduttore con Donatella Raffai della prima storica edizione di Chi l’ha Visto? nel 1989, eletto senatore per Forza Italia nel 2001; Sandro Ruotolo, per anni al fianco di Santoro, candidato ma non eletto alle politiche di cinque anni fa per Rivoluzione Civile dell’ex magistrato Antonio Ingroia; Corrado Augias, volto storico di Raitre, eletto europarlamentare PDS nel 1994 ma non riconfermato per la successiva legislatura (e che, come Badaloni, Santoro, Gruber, Marrazzo e molti altri tornò alla professione d’origine).
Arcinoti, poi, i casi della pornostar Cicciolina, al secolo Ilona Staller, eletta deputata con i Radicali nel 1987; del conduttore Gerry Scotti alla Camera nella stessa legislatura, ma nel Partito Socialista Italiano; di Enrico Montesano, parlamentare europeo nel ’94 per il PDS, ma passato poi a destra; di Gabriella Carlucci, conduttrice di numerosi programmi televisivi, tra cui il Festival di Sanremo del 1990 al fianco di Johnny Dorelli, tra i deputati per la prima volta nel 2001 per Forza Italia (partito da cui poi si allontanò nel 2011 provocando la caduta del quarto Governo Berlusconi); di Vladimir Luxuria, transgender divenuta parlamentare della Rifondazione Comunista di Fausto Bertinotti nella breve legislatura iniziata nel 2006 con la vittoria per poche migliaia di voti di Romano Prodi, stessa legislatura che vide la prima elezione di Mara Carfagna, già ai Fatti Vostri di Michele Guardì, a cui preferì però Silvio Berlusconi, idolatrato anche da Michela Vittoria Brambilla, un passato da modella e conduttrice Mediaset, eletta alla Camera nel 2008 dopo un primo fallimentare tentativo due anni prima. Eletto a Strasburgo nel 1984, tra le file del Partito Radicale di Marco Pannella, anche il grande conduttore Enzo Tortora, nel pieno del famosissimo scandalo giudiziario che lo coinvolse ingiustamente, risoltosi poi con la sua assoluzione un paio di anni dopo.
Da non dimenticare, per ciò che riguarda il campo cinematografico e teatrale, le “meteore” Paolo Villaggio, candidato non eletto alle politiche 1987 con Democrazia Proletaria, Massimo Boldi, anch’esso non eletto, presentatosi nel 1992 alla Camera col PSI, Bud Spencer, candidato (rimasto anche lui tale) nel 2005, per Forza Italia nel Lazio in appoggio a Francesco Storace, e Pamela Villoresi, dopo un passato orgogliosamente di sinistra candidata alle Regionali, sempre della Regione Lazio, ma nel 2010, in una lista ad appoggio di Renata Polverini.
Sempre in anni recenti, come dimenticare il direttore del Teatro Eliseo di Roma Luca Barbareschi, eletto nel 2008 deputato per il PDL, Fabrizio Bracconeri, storica spalla di Rita Dalla Chiesa a Forum, candidato ma non eletto alle europee 2014 per Fratelli d’Italia, stesso partito che accoglierà tra le sue fila, per l’elezione del Consiglio Comunale di Milano del 2016, l’ex soubrette Simona Tagli, “forte” di un “ricco” bottino di ben 31 preferenze, non sufficiente però all’elezione. E ancora Gegia, nel 2016 per Noi con Salvini alle comunali di Gallipoli, non eletta, e Susy Blady, per anni al timone con Patrizio Roversi dello storico Turisti per caso di Raitre, candidata per i Verdi nel 2014 a Strasburgo, che vedrà però solo, appunto, da turista.
Anche in questa tornata non mancano i volti televisivi: Gianluigi Paragone ed Emilio Carelli saranno nelle liste del Movimento 5 Stelle mentre la giornalista sportiva della Rai Paola Ferrari dovrebbe candidarsi insieme a Noi con l’Italia.
Insomma, quello delle “candidature catodiche” è un filone ricchissimo (noi ne abbiamo citate solo alcune!), che però solo in pochi casi ha portato a risultati politici rilevanti. Questa tornata farà eccezione? Staremo a vedere…
(a cura di Nicholas Vitaliano)
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